Dicono di noi

Sal da Vinci - 17 settembre 2010

Sal da Vinci

È in scena di continuo, e si diverte un mondo a fare quello per cui ha sudato sin da piccolo.
Nei giorni scorsi Sal da Vinci era a Sorrento per "staccare la spina" e rigenerarsi in vista dei suoi impegni a teatro. Scugnizzi è in assoluto il successo che più lo ha avvicinato alla gente ma la sua carriera è ricchissima di esperienze e grandi soddisfazioni. Noi lo abbiamo incontrato lì dove cercava di rilassarsi, al Centro Wellness Ulysse, in compagnia dell'amico Peppe Vittoria che all'Ulysse è di casa.

Quando si parla di Scugnizzi viene subito alla mente il tuo nome.
Sal (che all'anagrafe è Salvatore Micheal Sorrentino), a dare uno sguardo alla tua biografia ci sono tante esperienze artistiche e soprattutto tanti nomi illustri: Verdone, Mattone, Senese, Sordi, D'Alessio e ultimo ma sicuramente primo fra tutti Papa Giovanni Paolo II.
Che emozioni ti hanno trasmesso queste persone?

Ogni persona mi ha dato qualcosa per come ha comunicato con me. Tra i personaggi che hai citato(tutti indubbiamente grandi nel loro modo di essere artisti e uomini) io farei una netta distinzione per Papa Giovanni Paolo II.
Lui ha una categoria assolutamente a parte. Cantare per lui(Conca di Loreto nel 1995 davanti a 450.000 giovani ed in diretta Rai, ndr.) è stato qualcosa che è difficile persino da raccontare; un'emozione fortissima, un'esperienza condivisa con un grande, grandissimo uomo.
Un uomo dal carisma immenso che non ha mai avuto bisogno di usare i media per diffondere le immense doti di umanità cristiana che possedeva.

Ogni artista napoletano ha in dono, l'istinto e l'arte di improvvisare("rubando" il mestiere con gli occhi). Ti ritrovi in questa definizione?

Mi ritrovo in parte. È vero che noi napoletani siamo istintivi ed improvvisatori ma non tutti riescono a trasformare in realtà quello che gli occhi vedono. Io ho la fortuna di vedere e raccontare la mia realtà; la realtà di una città dai colori ed i toni a volte eccessivi per entusiasmo e coinvolgimento.
Racconto quello che vedo con la voce. Sono uno del popolo che riesce ancora a parlare con il popolo perché gli dice le cose vere, quelle della vita di tutti i giorni.

Se dico Scugnizzi, cosa ti viene in mente?

Scugnizzi è tanto di me. Rappresenta la possibilità che la vita mi ha dato di vedere cose che prima non vedevo. Mi ha avvicinato alla gente. Mi ha dato la popolarità tra le persone che come me considerano importanti anche le cose semplici come un sorriso o lo stare in salute.

Hai pensato a Sorrento per trovare un po' di relax. Cosa ti trasmette la nostra città?

Mi sento bene qui all'Ulysse a Sorrento: la città, la gente, i ritmi che sembrano essere diversi da Napoli mi danno serenità. Mi sento più leggero.

Quasi contemporaneamente a quest'ultima domanda, iniziano ad avvicinarsi alcuni amici dell'Ulysse che hanno riconosciuto Sal. Lui è disponibile e sorridente. Per noi l'intervista finisce qui, ormai c'è troppa gente intorno a noi. Scattiamo una foto e tra una chiacchiera e l'altra riusciamo anche a bere il drink che Monica(la bar-manager dell'Ulysse, ndr.) ha preparato per noi. Ci sarà tempo di altre domande alla prossima occasione. A sentire Sal ci sarà sicuramente.
Qui si è trovato bene.
Tornerà presto

Salvatore Siviero

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